Cotone, lino o microfibra? Con o senza struttura? Ogni materiale ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Naturalmente, è decisivo quali stoviglie dovete asciugare. Abbiamo svolto una ricerca ed ecco quali sono le proprietà dei vari tessuti.
Lo strofinaccio asciugapiatti di cotone lo si ritrova in molte cucine. Questo tessuto, infatti, è assorbente ed economico. Tuttavia, dovreste usarlo solo per le stoviglie di grosse dimensioni, come ad esempio pentole e padelle. Sulle superfici più delicate, il cotone può lasciare piccoli graffi. Perciò, questo materiale non è adatto ai servizi di piatti e posate più preziosi, anche perché a volte forma dei filamenti. D’altra parte, il cotone ha il vantaggio di poter essere lavato a temperature molto alte. Perfino a 95 gradi, secondo alcune etichette di manutenzione. Ed è un’ottima cosa, perché a queste temperature muoiono tutti i batteri.
Il lino non fa pelucchi, è molto resistente agli strapazzi e può essere utilizzato tranquillamente per asciugare e lucidare bicchieri e posate della domenica. Si può lavare a macchina ad alta temperatura. Il lino è la scelta giusta anche per avvolgere gli impasti, il pane o le torte. Rispetto al cotone, però, è un po’ più costoso, non assorbe così bene e dopo molti lavaggi può anche indurirsi un po’.
Non è un caso se in gastronomia si usano spesso i tessuti in misto lino, composti per metà di lino e per metà di cotone. Questa combinazione rende gli asciugapiatti in misto lino gli aiutanti perfetti in cucina: sono assorbenti come quelli di cotone e nel contempo privi di pelucchi e robusti come il lino puro. Normalmente non è neppure un problema lavarli alle alte temperature, salvo diversa indicazione sull’etichetta di manutenzione.
Pare che il canovaccio affondi le sue origini nell’industria mineraria. Già questo fatto è indice di robustezza. La tela dei canovacci può essere di misto lino o cotone, ma ha una struttura più grezza e una trama più fitta. Perciò sono anche estremamente assorbenti. Grazie alla loro robustezza sono impiegati come panni multiuso, ad esempio come grembiuli, asciugamani e presine da forno.
Gli asciugapiatti in microfibra sono uno dei tessuti più recenti sul mercato. Grazie alla loro struttura a nido d’ape assorbono più acqua degli strofinacci di cotone e lucidano il vetro senza lasciare striature. Inoltre sono particolarmente igienici. Tuttavia, rispetto ad altri tessuti, la microfibra è un po’ più cara e può essere lavata solo tra i 40 e i 60 gradi. Non è adatta a lucidare il servizio buono di piatti o posate, perché può lasciare graffi sottili.
Se il panno asciugapiatti è nuovo, di solito non assorbe ancora bene. Meglio quindi se prima lo lavate a 90 gradi, etichetta di manutenzione permettendo. Un’altra possibilità è di metterlo in ammollo in acqua salata prima di lavarlo o di stirarlo mentre è ancora umido. Dovreste invece evitare gli ammorbidenti.
Se lo strofinaccio non assorbe correttamente neppure dopo vari lavaggi, lasciatelo per una notte in ammollo in 5 litri di acqua bollente mischiato a ¼ di tazza di essenza acetosa. L’indomani lavatelo a 60 gradi, ma naturalmente leggete prima l’etichetta di manutenzione.
Il panno asciugapiatti va lavato sempre separatamente. Non dovrebbe essere lavato neppure assieme alla biancheria da letto o agli asciugamani. Per non farlo ci sono sette miliardi di buoni motivi: tanti quanti sono i batteri che si annidano in uno strofinaccio asciugapiatti. Perciò lavatelo sempre a una temperatura maggiore di 40 gradi. A meno che – come avrete sicuramente già capito – l’etichetta di manutenzione non raccomandi una temperatura più bassa.